sabato 24 marzo 2012

Gli edifici scolastici sono concepiti come carceri, lager

Gli edifici scolastici sono concepiti come carceri, lager.
Il loro aspetto tetro ostacola qualsiasi libertà di espressione, di creatività, ogni tentativo di esternazione della gioia di apprendere è freddata sul nascere:
la gioia di esistere, di partecipare, l’esplosione dell’essere nella stagione in cui la voglia di conoscere è ancora intatta e si manifesta con innocenti espressioni di meraviglia, l’essenza pura della nostra esistenza in questa forma di vita, in questa parte dell’universo, il senso stesso della nostra presenza è impietuosamente flagellato dalle nostre idee torbide, dal nostro malsano rigurgito di sadismo.

Loro, i nostri bambini e ragazzi, giovani uomini patiscono le pene di una condanna inflitta in ragione della nostra immensa stupidità e presunzione:
loro posseggono la luce della ragione, di cui ci fanno dono, attinta dal cuore della creazione; la proteggono, creano depistaggi, la preservano da noi come fosse il tesoro incalcolabile.
Noi….beh, noi non siamo.

Ma noi, noi giudichiamo, e condanniamo, la nostra stessa carne; noi combattiamo e mortifichiamo, e infine espelliamo.

Così la nostra progenie viene piegata, deturpata, e diviene ciò che noi siamo in realtà: quella nostra parte che non emerge, non si riflette nello specchio la mattina; che nascondiamo gelosamente a noi stessi per non provare rimorso al pensiero di non esserci mai guardati, e perciò mai guariti.

Ma loro sanno, con la consapevolezza di chi viene dalla fonte e della fonte è memore, e conoscono la nostra verità nascosta, le nostre false ragioni, e ci ascoltano, ben sapendo di non avere diritto di replica.
Ben sapendo che mentiamo, a noi stessi e a loro, e provano rabbia, poiché posseggono ancora intatta la percezione del giusto.

Noi, i saccenti, soffocheremo ogni loro gesto, puniremo ogni loro sguardo che non si allinea con la nostra apocalittica visione della supremzia del se’.

Così infliggeremo pene fisiche e spirituali, com’è la reclusione nelle nostre carceri del sapere. E loro?

Loro alzeranno la voce, per essere ascoltati; inaspriranno i toni, i termini, ma non servirà.
Allora grideranno, morderanno, colpiranno, romperanno, ruberanno, strapperanno…. e poi si faranno del male…. eppure possiedono il pensiero nuovo, geniale, mai concepito prima;forse è per questo che li temiamo, e li invidiamo.

Loro raccoglieranno la miseria che noi abbiamo seminato nel mondo,
ameranno la terra che noi abbiamo violentato,

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